Newsletter, n. 24 / SETTEMBRE 2020, di Confindustria CH-PE a cura dello Studio Legale Tributario Torcello.
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Il cd. Decreto Mezzogiorno (o il cd. Decreto Sud; convertito con la Legge n. 123/2017) aveva introdotto specifiche agevolazioni economiche – finanziarie in favore delle Regioni del Centro – Sud Italia (Abruzzo; Basilicata; Calabria; Campania; Molise; Puglia; Sardegna e Sicilia).
Nello specifico, gli artt. 4 e 5 del predetto Decreto disciplinavano le modalità di istituzione delle Zone economiche speciali (“ZES”); per mezzo delle quali si intendeva agevolare, nei predetti territori, la formazione delle condizioni economiche ed amministrative idonee allo sviluppo (ed al potenziamento) delle imprese già esistenti nonché all’insediamento di nuove realtà imprenditoriali.
A tal fine, le Regioni interessate avrebbero dovuto individuare le aree attigue alle zone portuali o retroportuali (ubicate sul proprio territorio e caratterizzate da determinati requisiti); al fine di poter elaborare il relativo piano di sviluppo territoriale.
Nell’ipotesi in cui, invece, una Regione non avesse avuto sbocchi portuali, la medesima avrebbe potuto presentare un’istanza congiunta di costituzione delle ZES con una o più Regioni confinanti.
In tale ultima previsione rientra l’operato svolto dalla Regione Abruzzo; la quale ha proceduto a depositare idonea proposta di affidamento della ZES (congiuntamente alla Regione Molise).
In particolare, la costituzione della ZES sul nostro territorio renderebbe possibile beneficiare di ulteriori misure agevolative; che andrebbero ad aggiungersi a quelle già previste nell’ambito del programma regionale di sostegno allo sviluppo delle imprese (ad esempio con riferimento: ai crediti d’imposta per le aree rientranti nell’art. 107.3 della cd. Carta aiuti di Stato; ai contratti di sviluppo; ai fondi di garanzia; ai fondi POR FESR e FSE per l’innovazione ed il sostegno all’occupazione; alla Carta di Pescara, etc…).
Tali benefici connessi all’istituzione delle “aeree ZES” potranno essere individuati dalle Regioni e dagli Enti Locali e riguardare, a titolo meramente esemplificativo, le:
esenzioni sulle quote regionali o comunali relative a IRAP; IRPEF; IRES; IMU; TASI; TARI;
riduzioni o le esenzioni sulle quote regionali o comunali relative alle tasse comunali per i costi di costruzione; ai canoni dei servizi; alle tasse automobilistiche degli autocarri;
riduzioni o le esenzioni sulle quote regionali o comunali degli oneri e/o imposte doganali;
premialità sui bandi regionali aventi ad oggetto il sostegno allo sviluppo ed all’occupazioni;
convenzioni specifiche con istituti bancari ed intermediari finanziari.
Inoltre, sempre nell’ambito delle “aree ZES”, ulteriori agevolazioni potrebbero interessare le nuove imprese (o quelle già esistenti) esercenti la propria attività nel territorio abruzzese; in favore delle quali, si potrebbe prevedere la possibilità di beneficiare di:
procedure semplificate con le Amministrazioni locali e statali;
un accesso privilegiato alle infrastrutture esistenti e previste nell’apposito Piano di sviluppo della ZES;
un credito d’imposta commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquistati entro il 31 dicembre p.v. (per un importo complessivo massimo di 50 milioni di Euro per ciascun progetto di investimento).
A tal proposito, si potrebbe prevedere la sussistenza di determinati requisiti alle imprese che intendono beneficiari di tali agevolazioni; che potrebbero interessare:
il mancato stato di liquidazione o scioglimento della società;
il mantenimento dell’attività imprenditoria nell’”area ZES” per almeno sette anni dal completamento di uno o più investimenti oggetto delle concessioni di cui in parola (a pena della revoca dei benefici concessi o goduti).
Lo scorso 6 settembre è stato registrato presso la Corte dei Conti il Decreto Ministeriale (a firma del Ministro Provenzano); al fine di procedere all’istituzione dell’ “area ZES” in Abruzzo.
Detto avvenimento rappresenta un’opportunità di sviluppo per il territorio regionale che si incastra con il grande gettito di danaro proveniente dal recovery plan: mediante il quale l’Italia potrà beneficiare di 200 miliardi di Euro per la ripresa dell’economia interna.
Non resta, dunque, che attendere gli sviluppi di questa nuova pagina economico – finanziaria del nostro territorio.
Dott.ssa Ida Salerno Avv. Davide Torcello
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