Decreto Legge “Rilancio”; i prossimi orizzonti: sconto IRAP, fondo perduto e Piano Industria 4.0

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    Newsletter, n. 12 / MAGGIO 2020, di Confindustria CH-PE  a cura dello Studio Legale Tributario Torcello.

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    La cd. “Maxi – manovra anticrisi” (o cd. Decreto Legge “Rilancio”) potrebbe contenere il potenziamento di misure agevolative fiscali in favore delle imprese con fatturato al di sotto dei 250 milioni di Euro.

    Dovrebbe essere, infatti, previsto uno “sconto IRAP” (di cui si vocifera in questi giorni) per imprese e professionisti; i quali risparmierebbero così (secondo alcune stime) circa 2 mila Euro pro – capite. Il tutto per un totale di quasi 4 miliardi di Euro di mancati versamenti in favore dell’Erario.

    Dalla bozza del nuovo Decreto si legge che, probabilmente, non saranno dovuti né il saldo IRAP né il primo acconto (inseriti nel periodo di riferimento 2019 – 2020); ciò con riferimento alle imprese che hanno conseguito (nel precedente anno) ricavi al di sotto della soglia di 250 milioni di Euro.

    La previsione normativa dovrebbe essere predisposta in termini lineari (senza fuorvianti articolazioni); a fronte del periodo di fortissima contrattura economica che il Paese sta attraversando. Lo scopo sarebbe quello di prevedere una strutturata previsione normativa in grado di abbracciare una platea ampia di beneficiari. Tale circostanza non si verificherebbe laddove, ad esempio, si dovesse prendere come riferimento i requisiti di cd. “perdita di fatturato” (oggetto di autodichiarazione da parte del contribuente); in quanto ciò comporterebbe l’esclusione di molteplici realtà imprenditoriali presenti sul territorio nazionale.

    In ragione di tale “semplificazione”, dovrebbe ammettersi la possibilità di cumulo tra il beneficio IRAP ed i contributi a fondo perduto; con riferimento alle imprese che non superassero i 5 milioni di Euro di fatturato.

    Per quanto concerne, invece, l’accesso al fondo perduto (contrariamente da quanto inizialmente previsto) dovrebbe essere concesso alle imprese e professionisti; i quali hanno subito un calo del fatturato nella misura di un terzo nel periodo compreso tra aprile 2019 ed aprile 2020.

    L’ammontare dell’agevolazione (da erogare in favore dei predetti soggetti) potrebbe essere determinato in base a fasce di reddito; ed, in particolare, applicando una determinata percentuale alla differenza fra quanto fatturato o conseguito nel mese di aprile 2019 rispetto a quello relativo ad aprile del corrente anno.

    Per la fascia di reddito fino a 400 mila Euro di fatturato, potrebbero accedervi le imprese che nel mese di aprile 2020 hanno registrato una perdita del 20% del fatturato; per le imprese che hanno conseguito un fatturato compreso tra i 400 mila Euro ed un milione di Euro di fatturato, potranno beneficiarne le imprese le quali abbiano registrato una perdita del 15% del fatturato. Da ultimo, per le imprese che si stagliano nella fascia di fatturato ricompreso tra 1 e 5 milioni di Euro, il calo del fatturato dovrà essere del 10%.

    Secondo le stime, una siffatta previsione potrebbe arrivare ad interessare circa 4 milioni di imprenditori (comprese le imprese e cooperative agricole); i quali, a fronte della richiesta di accesso (da presentarsi on-line) potrebbero ottenere al massimo un contributo a fondo perduto pari circa a 40 mila Euro.

    Ancora sospesi invece sembrerebbero essere le previsioni legate al credito d’imposta sugli affitti: il quale potrebbe trovare applicazione anche in favore dei canoni di locazione (comprese le locazioni commerciali; industriali; artigianali; agricole); di leasing; e di concessione di immobili ad uso non abitativo, oltre a quelli per gli immobili di interesse turistico.

    La percentuale potrebbe approssimativamente avvicinarsi al 60% dell’importo versato per i canoni di locazioni riferibili ai mesi di: marzo; aprile e maggio 2020. Ciò a condizione che venga provata la diminuzione del fatturato (o dei compensi del periodo per cui si richiede l’agevolazione) in una misura pari al 50% rispetto a quello dichiarato nel 2019 (per i corrispondenti mesi dell’anno precedente).

    Ed ancora, il nuovo provvedimento dovrebbe introdurre ulteriori modifiche al cd. “Piano Impresa 4.0”.

    L’originaria previsione prevedeva un’agevolazione degli investimenti sino al 2020, ma, secondo la prima “revisione”, l’agevolazione sarebbe stata prorogata al 2022. Tale eventualità sembrerebbe esser stata scardinata dalla Ragioneria dello Stato; atteso che, ad oggi, il termine potrebbe al massimo essere prolungato sino a metà 2021 (stante la mancanza, allo stato attuale, delle risorse economiche necessarie a copertura della misura).

    Ed ancora; potrebbero essere innalzate le soglie del credito d’imposta: per i beni strumentali tradizionali (rientranti nel cd. “superammortamento”) dal 6% al 10% (con un ulteriore incremento pari al 15%; laddove le spese dovessero interessare le misure di potenziamento del cd. “smart working”); per le attività di ricerca industriale fino al 20% (con un tetto di spesa ammissibile innalzato a 5 milioni di Euro).

    Ad oggi, dunque, risultano disponibili solo le bozze delle previsioni e i rumors (circolati nel corso di queste ultime settimane) circa le nuove misure finanziarie e fiscali.

    Non resta che attendere il testo definitivo del provvedimento.

    Dott.ssa Ida Salerno                Avv. Davide Torcello

     

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