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Newsletter n. 01 / Gennaio 2025
a cura dello Studio Legale Tributario Torcello
in collaborazione con Confindustria ABRUZZO – Chieti, Pescara e Teramo
Questa newsletter porta la firma dell’Avvocato Davide TORCELLO e del Professor Alfredo DE MASSIS
Le Dinamiche Intergenerazionali.
Nelle imprese familiari le interazioni tra i componenti della famiglia appartenenti a diverse generazioni possono scatenare potenti tensioni che, se trascurate, possono mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’impresa familiare; causando la frammentazione della famiglia.
L’intervento di un mediatore o ‘broker intergenerazionale’1, volto a condurre le due generazioni verso la comprensione reciproca, diventa dunque cruciale; sia per la sopravvivenza della famiglia, sia per quella dell’impresa.
Strategie per una Successione Efficace.
Questa comprensione reciproca passa attraverso le fasi di rivelazione e riconciliazione delle tensioni intergenerazionali.
La prima (fase di rivelazione) permette a generazioni diverse per età e con diversi orientamenti temporali di lavorare sulla ricostruzione della loro storia collettiva, di raggiungere i loro obiettivi attuali, diventando così consapevoli delle tensioni e della loro fonte;
la seconda (fase di riconciliazione) richiede, invece, la creazione di un futuro distinto dal presente e dal passato, incitando al conflitto tra pratiche passate e attuali e opportunità future.
La successione delle imprese familiari si basa su complesse dinamiche temporali, che hanno un impatto importante sulla loro capacità di impegnarsi in azioni collettive; causando spesso un processo decisionale irrazionale, nonché una molteplicità di obiettivi che amplificano le tensioni intergenerazionali.
Le tensioni intergenerazionali non devono essere considerate come forze negative da evitare; poiché, se gestite correttamente, possono avere implicazioni positive sulle performance aziendali.
Per identificare gli orientamenti temporali e rendere le generazioni consapevoli della loro importanza, bisogna lavorare su tre livelli:
Livello individuale, facilitando la riflessività;
Livello intergenerazionale, facilitando l’interazione;
Livello organizzativo, spingendo l’impresa ad essere autonoma dalla generazione senior per garantire la sopravvivenza nel lungo periodo.
L’intermediazione generazionale delle tensioni induce un processo di cambiamento graduale che non si basa su un pacchetto di istruzioni o linee guida preparate, ma è progettato per sostenere le persone nell’interrogarsi e nell’affrontare i propri problemi, aiutandole a comprendere chiaramente il punto di vista dell’altro e dando loro gli strumenti migliori per superare i problemi personali e relazionali.
Per negoziare i diversi orientamenti temporali sorti nelle generazioni, garantendo la sopravvivenza dell’impresa nel lungo periodo, bisogna sostenere i comportamenti che tengono conto di e ricompongono l’orientamento delle generazioni verso valori e modi di pensare del passato; con l’entusiasmo imprenditoriale di “voltare pagina”.
Il momento del passaggio generazionale, del resto, implica tutta una serie di aspetti legali – tributari da cui non è possibile prescindere; i quali, necessariamente, devono convivere con tutti quei profili strettamente “personali”, come meglio si è scritto nelle righe che precedono.
Tralasciando gli aspetti strettamente relativi alla pianificazione successoria (testamento, donazione, trust, patto di famiglia, assicurazioni sulla vita ecc…); rammentando come detta pianificazione, in ogni modo, non debba mai integrare un abuso del diritto2, occorre ricordare la vigenza, in Italia, dell’imposta sulle successioni e donazioni.
Così come ricordato anche sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate3, per il coniuge e per i parenti in linea retta, l’aliquota è pari al 4% (con franchigia di 1 milione di euro ciascuno); per fratelli / sorelle, l’aliquota è pari al 6% con franchigia di 100.000 euro ciascuno; per gli altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado l’aliquota è pari al 6% senza franchigia (da calcolare, cioè, sul valore totale); per gli soggetti, l’aliquota è pari all’8% senza franchigia (da calcolare, cioè, sul valore totale).
Tuttavia, val certo la pena ricordare la presenza, nel “Testo unico imposta successioni e donazioni”4, di rilevanti ipotesi di esenzione; con particolare riguardo al trasferimento di aziende o di quote societarie ai discendenti o al coniuge.
Più precisamente, “(…) I trasferimenti, effettuati anche tramite i patti di famiglia (…) a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta.
In caso di quote sociali e azioni di soggetti (per le società di capitali, n.d.A.) il beneficio spetta limitatamente alle partecipazioni mediante le quali è acquisito il controllo ai sensi dell‘articolo 2359, primo comma, numero 1), del codice civile o integrato un controllo già esistente. In caso di aziende o rami di esse, il beneficio si applica a condizione che gli aventi causa proseguano l’esercizio dell’attività d’impresa per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento; in caso di quote sociali e azioni (delle società di capitali, n.d.A.) il beneficio si applica a condizione che gli aventi causa detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento; in caso di altre quote sociali, il beneficio si applica a condizione che gli aventi causa detengano la titolarità del diritto per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento.
Gli aventi causa rendono, contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione o all’atto di donazione o al patto di famiglia, apposita dichiarazione di impegno alla continuazione dell’attività o alla detenzione del controllo o al mantenimento della titolarità del diritto.
Va comunque ricordato che il mancato rispetto delle condizioni di cui supra comporta, per espressa previsione normativa, la decadenza dal beneficio; il pagamento dell’imposta in misura ordinaria, della sanzione amministrativa prevista e degli interessi di mora decorrenti dalla data in cui l’imposta medesima avrebbe dovuto essere pagata.
Ridurre i Rischi: Importanza di una Gestione Professionale
Insomma: si tratta di argomenti delicatissimi, tanto dal punto di vista “relazionale” quanto da quello prettamente “economico”; per i quali è auspicabile una gestione professionale, finalizzata alla massima riduzione dei rischi di conflittualità con parenti ed Autorità fiscale.
Avvocato Davide TORCELLO
Professor Alfredo DE MASSIS
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NOTE:
1 Per approfondire: De Massis A., Rondi E. (2024). The Family Business Book. A roadmap for entrepreneurial families to prosper across generations. Pearson FT (Financial Times Series), Harlow, United Kingdom. 978-1-292-72560-4. https://amzn.eu/d/hH8e6pb
2 Ex art. 10 bis della L. n. 212/2000.
3 https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/schede/pagamenti/imposta-di-donazione/aliquote#:~:text=4%25%20per%20il%20coniuge%20e%20i,100mila%20euro%2C%20per%20ciascun%20beneficiario
4 Cfr. art. 3 c. 4-ter del D. Lgs. n. 346/1990.