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Newsletter n. 08/ Giugno 2022

a cura dello Studio Legale Tributario Torcello in collaborazione con Confindustria Chieti Pescara

Questa newsletter porta la firma dell’Avvocato Davide TORCELLO e dell’Avvocato Giovanna BRATTI.

REATI TRIBUTARI E “FALSA FATTURAZIONE”: LIMITI ALLA CONFISCA.

La Corte di Cassazione

con la sentenza n. 17447 dello scorso 4 maggio, nelle ipotesi di “falsa fatturazione”, esclude l’applicazione della confisca in danno dell’emittente;

così chiarendo il perimetro della cd. solidarietà penalistica in caso di concorso fra l’emittente e l’utilizzatore delle fatture contestate.

In materia di reati tributari non si può nascondere l’incidenza “inflittiva” (ed economica) della confisca ai sensi dell’art. 12 bis del D. Lgs. n. 74/2000; sanzione comminata all’imprenditore in caso di condanna o di cd. patteggiamento ai sensi dell’art. 444 c.p.p. (per delitti specificamente previsti ex lege).

In particolare, la confisca colpisce:

– direttamente i beni che costituiscono il profitto o il prezzo del reato (salvo che appartengano ad un soggetto estraneo al reato); ovvero, quando tale tipologia di confisca non sia attuabile,

– per equivalente i beni (nella disponibilità del reo) con un valore corrispondente al prezzo o profitto del reato.

Con specifico riguardo al reato di emissione di fatture (o di altri documenti) per operazioni inesistenti di cui all’art. 8 del D.Lgs n. 74/2000, si è posto il problema circa l’applicazione della confisca anche nei confronti del soggetto emittente le fatture contestate (nonostante quest’ultimo non avesse conseguito un diretto profitto dalla commissione del reato; neanche in termini di risparmio di imposta).

Sul punto si segnala la sentenza n. 17447 dello scorso 4 maggio della Suprema Corte di Cassazione; la quale si è pronunciata (accogliendo il ricorso) in riferimento al caso di: a) condanna ex art. 444 c.p.p. alla pena detentiva nei confronti del l.r.p.t. di una ditta individuale per aver emesso fatture relative ad operazioni oggettivamente inesistenti (così ottenendo l’evasione di imposte sui redditi e di IVA); b) confisca ex art. 12 bis del D.Lgs n. 74/2000 nei confronti della società che aveva utilizzato le fatture contestate in dichiarazione.

La pronuncia in esame ha statuito, in via di estrema sintesi, quanto di seguito illustrato.

• Applicazione della deroga di cui all’art. 9 del D. Lgs n. 74/2000: in tema di concorso di persone nelle ipotesi di emissione (o di utilizzo) di fatture per operazioni inesistenti. Con ciò escludendo la configurazione di un illecito plurisoggettivo; nelle ipotesi di condotta delittuosa che vede coinvolti l’emittente ed il destinatario delle fatture contestate (dovendosi ritenere le loro condotte “autonome”).
• Disapplicazione (conseguente) del cd. principio solidaristico in materia penale: secondo il quale in tema di concorso e di illecito plurisoggettivo, l’imputazione dell’azione delittuosa riguarda ciascun concorrente (con conseguente applicazione della confisca anche nei confronti del corresponsabile).
• Esclusione del vantaggio economico in capo all’emittente: dato che l’emissione di fatture per operazioni inesistenti di cui all’art. 8 D. Lgs 74/2000 risulta funzionale al conseguimento di un risparmio di imposta in favore di terzi (e non un diretto vantaggio in favore dell’emittente medesimo). Peraltro si potrebbe astrattamente parlare, in relazione a tale illecito, di prezzo (e non di profitto) del reato; avente ad oggetto l’eventuale compenso pattuito o percepito dall’ emittente per porre in essere la condotta delittuosa.

Si pone, dunque, un ulteriore tassello “interpretativo” relativo alla normativa penale – tributaria; avente ad oggetto limiti e condizioni di applicabilità della confisca.

Avvocato Davide TORCELLO

Avvocato Giovanna BRATTI

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