Governo Conte bis – Novità sull’utilizzo del contante

    Condivi con :

    Newsletter per i Soci di Confindustria Chieti-Pescara

    L’avvento del Governo Conte – bis e le novità in tema di utilizzo del contante

    La stagione politica appena inaugurata lascia intravedere le prime scelte che il Governo del Premier Giuseppe Conte dovrebbe adottare in ambito tributario – fiscale; scelte che appaiono sin d’ora (quantomeno parzialmente) in controtendenza rispetto a quelle fatte proprie dal precedente Governo e già oggetto di una vibrante discussione all’interno del Paese.

    Partendo dal presupposto che l’inasprimento della lotta all’evasione pare destinato ad assurgere al ruolo di “colonna portante” della nuova politica governativa, è probabile che avrà particolare rilievo, in tal senso, il complesso di misure tendenti:

    da un lato, al monitoraggio delle movimentazioni in contanti superiori alla soglia dei diecimila euro ed alla tassazione dei contanti celati nelle cassette di sicurezza;
    dall’altro, alla limitazione dell’utilizzo del denaro contante in favore del ricorso a mezzi di pagamento elettronici.
    Per quanto concerne, dunque, il primo dei due aspetti summenzionati, si consideri quanto segue.

    Con cadenza periodica, gli istituti di credito avvieranno una vera e propria opera di monitoraggio avente ad oggetto le operazioni “in contanti” di importo superiore all’anzidetta soglia di diecimila euro; attività che si tradurrà nell’invio all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia (comunemente nota come UIF), entro la metà del mese, di eventuali segnalazioni.

    Queste ultime avranno il fine di “scremare” le segnalazioni relative ad operazioni sospette, consentendo alle autorità a ciò deputate di verificare la sussistenza o meno di profili “di interesse”.

    Ciò accadrà, comunque, alla luce del soddisfacimento di determinati parametri creati dalla stessa UIF.

    L’altro tema dibattuto in questi giorni è certamente quello che riguarda l’eventuale “apertura” delle cassette di sicurezza; il cui contenuto potrebbe essere tassato con aliquote “di favore” al chiaro fine di incentivarne l’emersione da parte dei titolari delle medesime.

    Se tale proposta dovesse riscontrare apprezzamento in sede parlamentare, risulterebbe poi necessario procedere con l’individuazione della percentuale di contante tassabile e delle relative aliquote applicabili.

    In proposito, si segnala che è stata paventata anche l’opportunità di convogliare la restante parte delle somme in investimenti, aventi ad oggetto Buoni Ordinari del Tesoro, di durata pari a cinque anni.

    Per quanto attiene invece al secondo aspetto, da anni oggetto di accesa discussione politica che ciclicamente pare riproporsi con immutato vigore, si sottolinea quanto segue.

    Come riportato da “Il Sole 24 Ore – Norme & tributi” del 12.9.2019, il Centro Studi Confindustria, curandosi di tale spinosa questione, si è premurato di elaborare un’articolata proposta tesa ad ottenere una diminuzione “alla fonte” dell’utilizzo del contante (che, come riportato dall’autorevole quotidiano, in Italia risulta tutt’ora un’abitudine piuttosto radicata).

    In sintesi, secondo la classica ottica di “incentivo / disincentivo”, potrebbe procedersi:

    al riconoscimento di agevolazioni fiscali (nella forma del credito d’imposta) in favore di coloro i quali effettuino transazioni tramite l’utilizzo di un sistema di pagamento elettronico tracciabile (carta di credito; debito; prepagata; bonifico). In tal caso, l’acquirente del bene/servizio corrisponderebbe l’intero prezzo dovuto, potendo però accumulare detto credito da sfruttarsi successivamente in sede di dichiarazione dei redditi;
    all’effettuazione di una tassazione, operata direttamente dall’istituto di credito, sui prelievi effettuati al bancomat oltre una certa soglia (quantificata da Confindustria in 1.500,00€).
    Come è agevole intuire, il dibattito che si è già aperto sui punti rapidamente scorsi nelle righe che precedono è destinato a proseguire.

    Data la natura delle questioni in esame e la loro rilevanza in termini di potenziale impatto economico (tanto sulle tasche dei privati cittadini, quanto sulle casse pubbliche), è chiaro che eventuali decisioni non potranno essere assunte, nel prosieguo, se non all’esito di un’effettiva concertazione.

    In attesa di scoprire, dunque, cosa ci riserveranno i tempi a venire in proposito (che si preannunciano, in ogni modo, gravidi di novità), non resta che monitorare day by day la situazione, riservando la giusta attenzione a temi contraddistinti da una delicatezza non comune.

    Avv. Davide TORCELLO

    Studio Legale Tributario Torcello

    Scarica gratuitamente l’articolo