Dove va il Fisco targato Conte-bis

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    Una “nuova” stagione politica si è appena aperta per il nostro Paese.

    Da qualche giorno a questa parte, stanno iniziando a filtrare le prime indicazioni sulle mosse che il Governo Conte-bis dovrebbe adottare non solo dal punto di vista strettamente “politico”, ma anche in ambito economico e fiscale.
    Le linee di indirizzo programmatico per la formazione del nuovo Esecutivo sono state dunque approvate nei giorni scorsi; la squadra dei Ministri è stata composta ed il secondo Governo Conte pare intenzionato ad agire nel segno della discontinuità rispetto al recente passato. Il fine dichiaratamente perseguito è quello di attuare una “politica economica espansiva, senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica”: sulla base di tale presupposto, dunque, sarà ragionevolmente elaborato il contenuto della Legge di Bilancio per il 2020.

    Il cambio di rotta impartito dal cd. “Governo giallorosso” intende tradursi (anche) nella revisione dei programmi di politica fiscale del precedente Governo; rispetto ai quali si registreranno, presumibilmente, numerose modifiche.
    In particolare, secondo quanto risulta dall’esame delle linee di indirizzo manifestate dal nuovo Governo, le scelte da adottarsi in ambito fiscale dovrebbero tradursi: nella predisposizione di meccanismi di abbassamento della pressione fiscale; nello studio di una più efficace spending review; nella razionalizzazione del sistema delle tax expenditures (cioè: delle varie agevolazioni che riducono il prelievo per determinate classi di contribuenti); nella riduzione del cd. “cuneo fiscale” in favore dei lavoratori, nonché nel ripristino delle misure che, in passato, avevano assunto il nome di “pacchetto Industria 4.0”.

    Secondo le prime stime elaborate dai tecnici del Ministero dell’Economia, le casse dello Stato potrebbero beneficiare di un risparmio di circa dieci miliardi di Euro grazie alla rimodulazione di alcune delle accennate agevolazioni attualmente in vigore (circa 513). Alcune di esse verrebbero pertanto eliminate totalmente; altre, invece, dovrebbero essere oggetto di un ripensamento attraverso l’aumento della franchigia e delle soglie di reddito (al di là delle quali, pertanto, non si potrebbe beneficiare di alcun “sconto”).

    La futura adozione di tali decisioni dovrebbe (il condizionale non è casuale) andare di pari passo con l’avvento della tanto vociferata riforma Irpef. Quest’ultima, a sua volta, dovrebbe concretizzarsi in una revisione del sistema delle aliquote; ciò al fine di rendere l’imposta “maggiormente progressiva” (in conformità al dettato costituzionale) e di ridurre la pressione fiscale sui contribuenti.

    Un ulteriore pilastro della nuova politica fiscale – tributaria del Governo Conte bis potrebbe essere rappresentato dall’inasprimento della lotta all’evasione; al quale dovrebbe accompagnarsi, secondo i rumors del caso, un inasprimento delle pene per i cd. “grandi evasori”.

    In relazione a tale aspetto, si registrano novità di rilievo anche sul versante dell’Amministrazione Finanziaria.
    L’Agenzia delle Entrate, infatti, sta lavorando all’elaborazione di una “Superanagrafe” dei conti correnti delle persone fisiche (con l’evidente intenzione di estendere, dunque, un sistema informativo già predisposto ed in uso per le società). I contribuenti a maggior rischio saranno individuati attraverso l’incrocio delle informazioni finanziarie e bancarie tratte dalla predetta “Superanagrafe” con quelle reddituali contenute nell’Anagrafe tributaria.

    Una volta elaborati i criteri per l’individuazione dei contribuenti a rischio, l’Amministrazione finanziaria provvederà a redigere una lista di tali soggetti; la quale verrà trasmessa ai competenti uffici provinciali per attuare gli eventuali accertamenti (in quali saranno sempre preceduti da un invito al contradditorio).

    Importanti risvolti dovrebbero registrarsi anche in riferimento alla fiscalità locale.
    La tassazione a livello degli Enti locali dovrebbe assistere all’accorpamento di Imu e Tasi, già proposta da Alberto Gusmeroli (Vicepresidente Commissione Finanze) nel precedente Governo.
    Tale progetto verrà, dunque, ripreso; venendo affiancato dal potenziamento del Fisco telematico (attraverso la fatturazione elettronica; dichiarazioni pre compilate; web tax).

    Ciò che sembra caratterizzare tutte queste nuove scelte, brevemente ripercorse nelle righe che precedono, pare essere la volontà di segnare una discontinuità rispetto al precedente Governo.
    Da un lato, infatti, si finirà con l’assistere all’arresto di alcune delle misure chiave elaborate dal precedente Governo negli ambiti in esame (le quali, dunque, non verranno proprio alla luce); dall’altro lato, al ridimensionamento ed alla progressiva abrogazione di altre misure già approvate.

    Grande assente nel nuovo programma politico sarà, ragionevolmente, la controversa flat tax.

    Anche il regime forfettario corre il rischio di essere abrogato; così come la “mini Ires”, la quale era stata appena revisionata dal precedente Decreto Crescita.

    Il Governo Conte bis, dunque, sembra proiettato verso una nuova impostazione della politica fiscale; orientata alla neutralizzazione del rischio di incremento IVA; alla semplificazione amministrativa (in un’ottica di cooperazione fra Fisco e contribuente, anche attraverso la digitalizzazione delle procedure dichiarative e degli adempimenti); ad una minore pressione fiscale, nonché al sostegno delle famiglie e dei giovani (mediante interventi nella politica del lavoro).

    L’obiettivo dichiarato è quello di porre le basi per una solida prospettiva di crescita economica, senza compromettere la (precaria) stabilità della finanza pubblica ed il rapporto con le istituzioni europee.

    Non ci resta, pertanto, che attendere di verificare se si passerà dalle parole ai fatti; monitorando se e come il nuovo Governo darà concreta attuazione al programma politico e fiscale preannunciato.

    Avv. Giovanna BRATTI
    Avv. Davide TORCELLO
    Studio Legale Tributario Torcello

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