Newsletter Confindustria CH-PE n. 05 marzo 2020 a cura dello Studio Legale Tributario Torcello.
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Il dilagare del COVID-19, c.d. Coronavirus, ha richiesto una grande collaborazione tra le forze di Governo e le associazioni di categoria.
Al fine di non arrecare ulteriore nocumento all’economia del Paese (già fiaccata dal consueto scarso dinamismo, oltre che dal malaugurato sopraggiungere della nota epidemia) era stata richiesta l’adozione di misure di rilevante portata per le aziende ubicate nelle aree oggi oggetto di quarantena, nonché per le zone limitrofe.
Nei giorni passati, pertanto, si era pensato inizialmente di: incentivare il ricorso al c.d. “smart working” ed al telelavoro; facilitare il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria (Cigo); sospendere l’Irap regionale; procedere con la sospensione dei mutui, ecc.
Tutte soluzioni, queste ultime, che avrebbero di certo garantito un (seppur parziale) sollievo ai lavoratori (autonomi o dipendenti) costretti all’isolamento.
Solo in data 28 febbraio u.s., a seguito della riunione del Consiglio dei Ministri, sono state concretamente apportate le prime misure economiche urgenti.
Dalla lettura dal comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, datato 29 febbraio u.s., si è appreso dell’introduzione delle prime previsioni tese ad apportare il dovuto supporto economico-finanziario alle imprese ed ai lavoratori residenti nelle zone interessate dalla diffusione del virus; o, quantomeno, nelle zone ad esse più prossime.
In tale contesto si è riscontrata l’adozione di tutele anche in favore del settore turistico; il quale, privo delle garanzie legate allo sfruttamento della Cigo, aveva richiesto per il tramite dei propri portavoce l’adozione di provvedimenti ad hoc per arginare le perdite.
Ed ancora, anche il settore tessile aveva fatto sentire la propria voce; ciò in previsione di eventuali blocchi dei materiali provenienti dall’est.
Nello specifico, nel comunicato stampa di cui sopra, si legge che le misure adottate (interessanti i soggetti che hanno la residenza nelle c.d. “zone rosse” ed in quelle limitrofe) concernono la proroga dei termini per versamenti e altri adempimenti fiscali relativi ad avvisi di addebito emessi dagli enti previdenziali ed assicurativi, nonché a cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione; l’introduzione di misure a sostegno delle famiglie e dei lavoratori dipendenti ed autonomi come la sospensione dal pagamento delle bollette di luce e gas; il potenziamento degli ammortizzatori sociali; la predisposizione di misure a favore dei soggetti che risentono delle conseguenze, anche indirette, dell’emergenza sanitaria; il versamento agevolato dei mutui per un periodo pari a dodici mesi, e via discorrendo.
Il decreto interviene, tra l’altro, offrendo la possibilità: di sospensione e sostituzione della Cassa integrazione straordinaria con la Cassa integrazione ordinaria; di fruire della cassa integrazione in deroga per i datori di lavoro del settore privato; di beneficiare di un’indennità di 500 euro al mese, per un massimo di tre mesi, per i lavoratori che hanno rapporti di collaborazione coordinata e continuativa; di sospendere il versamento, per 12 mesi, dei ratei dei mutui agevolati concessi da Invitalia alle imprese; di avvalersi della proroga dei termini per la comunicazione dei dati necessari alla predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata (quest’ultima, applicabile ai professionisti ed operatori economici ovunque ubicati sul territorio nazionale).
Tra le altre misure, peraltro, è stato disposto: l’incremento della dotazione del Fondo di garanzia per le P.M.I.; l’incremento di 350 milioni di euro dei fondi destinati al sostegno delle imprese esportatrici; l’estensione del regime fiscale delle donazioni di alimenti (non imponibilità a fini IVA ed imposte sui redditi) alle donazioni di altre merci (vestiario, computer ecc.); l’istituzione di un fondo rotativo per la concessione di mutui a tasso zero per le imprese agricole in difficoltà; nonché il differimento al 15 febbraio 2021 dei termini per l’obbligo di segnalazione (c.d. “procedimento di allerta”) che grava sugli organi di controllo interno e sui revisori contabili, introdotto dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Il tutto in attesa delle ulteriori disposizioni, che al momento risultano essere ancora al vaglio del Governo, che presumibilmente verranno adottate nei prossimi giorni.
Avv. Davide Torcello
Dott.ssa Ida Salerno
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