VERSO LA NUOVA FINANZIARIA

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    Il “pacchetto fiscale” è ancora al centro del dibattito politico, posto che si sta discutendo animatamente in merito ad eventuali correttivi da apportare al Decreto Crescita (in corso di approvazione in questi giorni).

    La manovra finanziaria 2020, seppur lontana, pare preannunciarsi sin d’ora orientata alla conferma dei condoni e/o delle sanatorie già in essere; con l’introduzione di nuovi incentivi ed agevolazioni rivolti a professionisti ed imprese.

    E’ opportuno, dunque, esaminare i risultati ottenuti dall’attuazione delle misure contenute nella Legge di Bilancio 2019 (nonché dall’applicazione dei successivi decreti); Legge di Bilancio che si è posta dichiaratamente, come obiettivo, il raggiungimento della pace fiscale e la costruzione di un dialogo “effettivo” fra Fisco e contribuente (in tal senso, si veda l’introduzione dal 2020, nel panorama normativo, dell’obbligo generalizzato di instaurazione del contraddittorio endoprocedimentale).

    Procediamo con ordine.

    I primi frutti si sono raccolti in tema di sanatorie e/o agevolazioni fiscali.

    La rottamazione ter (il cui termine per la presentazione della domanda è scaduto il 30 aprile 2019), infatti, ha registrato un certo consenso nella platea dei contribuenti: le istanze inviate sono state più di un milione e l’incasso, secondo quanto riferito in data 30 maggio 2019 dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, si è aggirato attorno ai 21 miliardi di Euro.

    Nella medesima scia si sono inseriti gli sgravi concessi ai liberi professionisti; che paiono avere influito, dall’inizio dell’anno, sull’aumento del numero delle aperture di nuove partite IVA.

    Il regime della flax tax, dal canto suo, ha determinato l’applicazione, per i contribuenti che conseguono un reddito non superiore a 65.000 Euro, di un’aliquota scontata pari al 15% (agevolazione che salirà al 20%, dal 2020, per i professionisti con reddito compreso fra i 65.000 e i 100.000 Euro).

    Ulteriori riscontri, in tal senso, provengono anche dall’aumento della soglia di deducibilità, ai fini IRES, dell’IMU relativa ai capannoni industriali (beni strumentali).

    La misura del 40%, prevista dalla Legge di Bilancio, è stata poi aumentata al 50% dal Decreto Crescita.

    In tema di imposte indirette, si rileva, inoltre, che la manovra finanziaria ha garantito, anche con riferimento al presente periodo di imposta, lo stop all’aumento dell’IVA attraverso la sterilizzazione della clausola di salvaguardia europea; con rinvio al 2020 del (preannunciato) rincaro dell’imposta sul valore aggiunto.

    Di contro, sul versante delle imposte locali, la mancata conferma del blocco delle aliquote regionali e comunali (previste nella precedente normativa), ha indotto gli Enti territoriali ad un aumento dei tributi.

    Secondo i bilanci preventivi del 2019, buona parte dei Comuni ha previsto un innalzamento dell’IMU e delle addizionali IRPEF; approfittando di tale regime, presumibilmente, per “risanare” le penurie di bilancio.

    Questo, dunque, lo “stato dell’arte” ad oggi riscontrabile nel variegato panorama fiscale – tributario.

    In ogni modo, come preannunciato nelle righe che precedono, si sta provvedendo in questi giorni a determinare le linee guida per la prossima manovra finanziaria.

    Quest’ultima, come accennato, sembra orientata a potenziare le misure già previste nella Legge di Bilancio 2019, espandendo il raggio di operatività delle agevolazioni predette (sia mediante la proroga dei termini e l’estensione del novero dei soggetti che possono accedere agli istituti; sia attraverso la predisposizione di nuovi strumenti).

    Con specifico riferimento alla flat tax, si sottolinea che il Governo si sta muovendo nella direzione di un ampliamento della platea dei beneficiari; ciò per il tramite del coinvolgimento di famiglie ed imprese, attraverso la predisposizione di nuovi limiti reddituali ed aliquote da scontare.

    Verrà considerato, come punto di partenza, il reddito lordo parametrato sul complessivo nucleo familiare, quantificando le deduzioni in base al numero dei componenti.

    Lo scopo dichiarato è quello di favorire il “ceto medio”, prendendo come tetto massimo, per le agevolazioni, la somma di 50.000 – 60.000 Euro di reddito complessivo.

    Per quanto concerne la “pace fiscale”, invece, si sta valutando una riapertura dei termini per accedere alla rottamazione ter; al saldo e stralcio; alla definizione delle liti pendenti e, in generale, ai meccanismi deflattivi che hanno permesso una “riconciliazione” fra il Fisco ed i contribuenti.

    Eloquente, in tal senso, risulta l’annunciata estensione del saldo e stralcio alle imprese per i carichi affidati all’Agente della Riscossione dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2017.

    Questa, pare d’intendere, dovrebbe prevedere l’applicazione di tre aliquote agevolate (nella misura del 16%; 20% e 35%) sulle imposte risultanti a seguito dei controlli automatizzati ex art. 36 bis del D.P.R. n. 600/1973 e art. 54 bis del D.P.R. n. 633/1972.

    Ed ancora, uno dei punti della “manovra che verrà” maggiormente discussi, oggi come oggi, è quello relativo al ricorso allo strumento della dichiarazione integrativa (con riferimento anche ai capitali detenuti all’estero); per la quale da più parti si teme che si trasformi, nella prassi, in uno strumento di aggiramento del dettato normativo in un’ottica di abuso del diritto.

    Il tutto dovrebbe comportare un costo complessivo, a carico dello Stato, di circa 30 miliardi di Euro.

    Le risorse, secondo quanto riferito dagli esponenti del Governo, dovrebbero essere rinvenute operando un taglio consistente alle tax expenditures (ovverosia le deduzioni e detrazioni fiscali che, ad oggi, riducono fortemente la base imponibile per la determinazione delle imposte).

    Unica misura preannunciata, sul punto, sarebbe l’eliminazione del cd. “Bonus Renzi” di 80 Euro per i lavoratori dipendenti che guadagnano somme non superiori a 26.600 Euro: l’idea è quella di trasformare tale agevolazione da spesa per lo Stato (per un ammontare annuo di circa 10 miliardi di Euro) ad una forma di detrazione, di cui potrà usufruire il contribuente.

    Il panorama fiscale nazionale è, evidentemente, in continua evoluzione.

    Da un lato, si sta cercando di conservare (implementandolo) ciò che di buono ci ha lasciato la precedente manovra finanziaria; dall’altro, l’intento si rivela essere quello di correggere le problematiche derivate dall’applicazione delle misure previste dalla Legge di Bilancio 2019.

    Punto dolente, come di ogni “pacchetto fiscale”, risulta essere il reperimento di risorse finanziarie, soprattutto alla luce dei moniti (sempre più frequenti) che provengono dall’ambito europeo.

    Si dovranno, pertanto, attendere i futuri sviluppi delle misure annunciate sotto il duplice versante “politico” e “tecnico”, prima di potere compiutamente esprimere un giudizio in proposito.

    Avv. Giovanna BRATTI e Avv. Davide TORCELLO

    Studio Legale Tributario Torcello

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