Il Parlamento è chiamato al rush finale prima della pausa estiva di agosto: molteplici sono, infatti, le misure da varare nei prossimi giorni; anche al fine di scongiurare la (tanto preannunciata) procedura di infrazione, da parte di Bruxelles, per deficit eccessivo in rapporto al debito pubblico italiano. Intanto, il 2 Luglio è stato approvato il Decreto “Salva Conti” (ad oggi, all’esame delle Camere), il quale prevede il congelamento di una somma pari ad di 1,5 miliardi di Euro, recuperata dai risparmi di spese ottenuti dal reddito di cittadinanza e da Quota 100. Tale manovra assume i connotati di una vera e propria “misura correttiva” preordinata, nel breve periodo al riordino dei conti pubblici (i risultati si dovrebbero vedere, presumibilmente, in autunno) ed al ripianamento del deficit per gli anni 2018 e 2019 (alla luce delle minacce sanzionatorie provenienti dalla Commissione Europea).
Scongiurato (almeno per ora) il pericolo di infrazione europea, l’iter parlamentare per l’approvazione delle nuove manovre finanziarie ed economiche si preannuncia travagliato.
Sorgono i primi dubbi dal Senato sulla fattibilità ed efficacia della manovra, ciò in quanto mancherebbero “i flussi informativi” da parte degli Enti istituzionali (Inps) e l’indicazione dettagliata dei calcoli.
Ma le novità normative e fiscali non finiscono qui.
Il Disegno di Legge Catalfo n. 658/2018, all’esame della Commissione Lavoro del Senato, sembra essere ad un punto di svolta. La misura riguarderebbe l’introduzione di un “salario minimo legale” di 9 euro all’ora (al lordo degli oneri
contributivi e previdenziali), per allinearsi alla maggior parte degli altri Paesi Europei (che prevedono, quanto meno in via giurisprudenziale, un compenso minimo per i lavoratori).
La previsione colpirebbe i lavoratori privati, anche oggetto di contratto di collaborazione, ad esclusione degli ambiti di lavoro domestico e di agricoltura. Dato l’aumento del “costo del personale” che comporterebbe la manovra, i datori di lavoro reclamano la comprensione nella tariffa minima di più elementi retributivi (come quelli indiretti e/o differiti), nonché una maggiore valorizzazione della contrattazione collettiva con le organizzazioni di categoria più rappresentative. I tratti salienti dell’operatività del Governo nel settore della finanza pubblica si reperiscono, altresì, scorrendo la Legge n. 58/2019 (legge di conversione del Decreto Crescita n. 34/2019), contenente un vero e proprio “pacchetto” di manovre fiscali di primaria importanza.
Lo slittamento dei termini, sia dichiarativi che di adesione agli istituti deflattivi, rappresenta una delle novità più importanti.
Sono stati prorogati, infatti, al 30 settembre i versamenti per i professionisti e imprese soggetti ad Isa; al 31 luglio i termini per la rottamazione delle cartelle; al 30 novembre quelli per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e Irap; al 31 dicembre quelli per la presentazione delle dichiarazioni Imu- Tasi. Il rinvio, tra le altre, anche delle scadenze tributarie relative alla “pace fiscale” è emblematico dell’ottica conciliativa che (pare) sempre più improntare il rapporto fra Amministrazione Finanziaria e contribuente.
In tal senso, è opportuno evidenziare la prossima introduzione, da parte del Legislatore, dell’istituto del contraddittorio preventivo obbligatorio (da tempo oggetto di vivace dibattito dottrinale e giurisprudenziale).
Vengono allargate, inoltre, le maglie applicative del ravvedimento operoso; con la previsione anche della possibilità di un versamento frazionato. L’art. 4 decies del Decreto ha introdotto il ravvedimento operoso parziale; consentendo anche ai contribuenti, privi di una immediata e consistente disponibilità finanziaria, di accedere a tale istituto.
Vengono, dunque, superate le difficoltà applicative del ravvedimento; sfruttandone a pieno le potenzialità deflative attraverso la regolarizzazione spontanea, da parte del contribuente, delle proprie omissioni e/o infrazioni attraverso il pagamento di sanzioni in una misura particolarmente ridotta.
Questo, ad oggi, lo “stato dell’arte” delle manovre normative e finanziarie da parte del Governo.
Non ci resta che attendere la conclusione dell’iter parlamentare che porterà alla luce il Decreto “Salva Conti” e le relative misure (correttive e non), ciò al fine di porre rimedio al deficit delle finanze pubbliche, preparando il terreno economico per la Legge Finanziaria 2020.
Avv. Davide TORCELLO
Studio Legale Tributario Torcello