Articolo pubblicato su Il Centro il 28 Febbraio 2023
a cura dello Studio Legale Tributario Torcello.
L’articolo porta la firma dell’Avvocato Davide TORCELLO e dell’Avvocato Giovanna BRATTI
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Lo scorso 15/02 il Senato, con l’approvazione di quattro emendamenti, ha fondamentalmente avallato la proroga di un anno delle concessioni balneari; cui è seguita, il 22 – 23/02, la votazione in senso conforme della Camera (a seguito della questione di fiducia posta dal Governo).
Da segnalare, tuttavia, la riserva espressa in proposito il 24/02 dal Presidente Mattarella; il quale ha promulgato il “Decreto Milleproroghe”, censurando però il contrasto tra la normativa “balneare”, il diritto eurounitario e le sentenze del Consiglio di Stato.
In via di estrema sintesi, dunque, è risultata prolungata di un anno la validità delle concessioni balneari; affiancata dal “blocco” sino a fine luglio, per i Comuni, della possibilità di procedere alla cd. “mappatura” delle concessioni anzidette, nonché dalla permanenza delle strutture amovibili degli stabilimenti balneari.
Superate le potenziali perplessità della Ragioneria di Stato, la validità delle anzidette concessioni si estenderà così sino al 31.12.2024 (rispetto alla precedente data del 31.12.2023); con possibilità di slittamento ulteriore, al 31.12.2025, per i Comuni che risultassero rallentati da “difficoltà oggettive” relativamente allo svolgimento delle attese – e temute – gare.
L’altro obiettivo della maggioranza è quello di procedere alla cd. “mappatura” demaniale, al fine di valutare se possa o meno riscontrarsi una scarsità delle risorse naturali a disposizione; nonché quello di incardinare una concertazione tra Governo ed imprenditori del settore balneare, nell’ottica di una comune definizione della riforma delle concessioni in questione (imposta dalla necessità di dare attuazione, a livello nazionale, alla cd. “Direttiva Bolkenstein”).
Questo, in sintesi, l’ultimo approdo dell’intricatissima vicenda che da anni preoccupa (e non poco) gli operatori del settore; contribuendo a scaldare gli animi di chi si schiera, rispetto alla querelle, per l’una o l’altra posizione.
Come noto, nel dicembre 2020 la Commissione europea aveva inviato, all’indirizzo del nostro Paese, una lettera di messa in mora; per il tramite della quale aveva sostanzialmente censurato la L. n. 145/2018 (Legge di Bilancio 2019), che aveva disposto l’estensione delle concessioni balneari sino al 31.12.2033.
Il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria si era poi pronunciato, nel novembre 2021, a proposito del rinnovo delle concessioni balneari con le sentenze nn. 17 – 18/2021.
Il C. di S., in quell’occasione, aveva statuito che a far data dal 01.01.2024 dette concessioni non avrebbero più dovuto essere oggetto dell’accennato rinnovo automatico (a differenza di quanto accaduto in passato); ritenendo il D.L. n. 34/2020 (nonché la L. n. 77/2020, avente ad oggetto le proroghe fino al 2033 delle concessioni) in contrasto con il diritto eurounitario e meritevole di disapplicazione.
La validità delle concessioni balneari rilasciate si sarebbe dovuta protrarre, così, sino al 31.12.2023.
Oltre tale data, la P.A. non avrebbe dovuto sfruttare i propri poteri di autotutela decisoria; ed anche eventuali giudicati “pro – proroga” non avrebbero dovuto consentire di oltrepassare l’anzidetto limite di durata.
Il termine del 31.12.2023, infatti, era stato ritenuto perentorio: qualunque eventuale proroga che lo riguardasse avrebbe dovuto essere ritenuta, necessariamente, priva di fondamento e sprovvista di alcun effetto; ciò alla luce dell’accennato contrasto con il diritto dell’Unione Europea.
Al netto delle ipotesi di proroga (immediatamente ventilate), l’attenzione si era concentrata soprattutto sul tema della quantificazione dell’indennizzo dovuto dai subentranti in favore dei concessionari uscenti; ciò relativamente alla perdita dell’avviamento dell’attività imprenditoriale balneare. Svariate erano risultate, in proposito, le soluzioni vagliate per “attutire” l’avvicendamento tra concessionari uscenti e subentranti.
Il cambio di maggioranza al governo aveva poi contribuito a ridisegnare la discussione in materia; sino a giungere a quanto registratosi negli ultimi giorni, di cui abbiamo scritto.
In conclusione, non pare peregrino ipotizzare che – in un futuro nemmeno troppo lontano – si possa assistere all’insorgenza, da un lato, dell’apertura di una nuova procedura di infrazione da parte della Commissione europea; dall’altro, di svariati contenziosi a livello nazionale (senza badare, peraltro, al contenzioso pendente innanzi alla Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione avente ad oggetto le sentenze dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato).
Ciò, ovviamente, ove la politica non riuscisse a venire a capo di una situazione da tempo immemore ingarbugliata; tenendo a mente il monito, nemmeno troppo velato, giunto in proposito dal Colle.
Avv. Davide TORCELLO
Avv. Giovanna BRATTI
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