La politica fiscale relativa al Mezzogiorno sembrerebbe essere, ancora una volta, al centro del programma politico; ciò secondo quanto annunciato nei giorni scorsi dal nuovo Governo.
Il pacchetto “Industria 4.0”, secondo le ultime dichiarazioni rese dal Vice Ministro dell’Economia Antonio Misiani, appare proiettato a sostenere le attività produttive localizzate nel Meridione; attraverso la predisposizione di interventi mirati da inserire nella nuova Legge di Bilancio.
L’intenzione del Governo “Conte bis” sarebbe, dunque, quella di reperire nuove risorse al fine di prolungare (e, magari, potenziare) anche per il 2020 alcune delle misure agevolative di cui già beneficiano le imprese operanti in determinate zone del nostro Paese.
Da un lato, pare che il Governo propenda per agire sul fronte degli investimenti finanziari sostenuti dalle aziende nell’acquisto di beni strumentali; dall’altro, che intenda sfruttare le risorse che appaiono ancora disponibili al fine di stanziare ulteriormente l’incentivo occupazionale cd. “bonus Sud”.
Sotto il primo profilo, già l’art. 1 cc. 98-108 della L. n. 208/2015 (poi modificato dall’art. 7 quater del D.L. n. 243/2016 – convertito nella L. n. 18/2017) aveva introdotto un credito di imposta a favore delle imprese che, dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2019, avessero acquistato (anche attraverso contratti di leasing) beni strumentali nuovi (macchinari; attrezzature e impianti); questi ultimi da destinare a realtà produttive collocate nelle Regioni del Mezzogiono (cd. “zone assistite), ossia Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
Ciò nella misura del 20% per le piccole imprese; del 15% per le medie imprese; del 10% per le grandi imprese.
Il regime agevolativo era poi stato ulteriormente rafforzato dalle modifiche apportate dalla L. n. 18/2017.
Quest’ultima, infatti, oltre ad aver esteso il proprio ambito applicativo anche alla Sardegna, aveva previsto un innalzamento delle aliquote del credito di imposta (nella misura massima autorizzata dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020 – approvata con la decisione del 16.9.2014 dalla Commissione UE); l’aumento del tetto massimo delle agevolazioni consentito per ogni progetto di investimento; la cumulabilità del credito di imposta con gli altri aiuti di Stato e con gli aiuti cd. “de minimis”, nel rispetto della normativa eurounitaria.
Tale regime ha raccolto larghe adesioni fra gli operatori del settore; i quali hanno “colto la palla al balzo” per incentivare la propria produttività attraverso un nuovo apparato di attrezzature ed impianti tecnologicamente più avanzati.
Si segnala che, dal 25 settembre 2019, è disponibile (come comunicato sul sito web dell’Agenzia delle Entrate) il nuovo modello di comunicazione per la fruizione del credito di imposta.
Per tali ragioni, secondo le dichiarazione del Vice Ministro, servirebbero ulteriori 500-600 milioni di Euro al fine di estendere il credito di imposta anche per il 2020; così puntando sulla crescita economica di realtà imprenditoriali che, investendo nell’ammodernamento della propria struttura produttiva, intendono compensare lo svantaggio derivato dalla propria ubicazione.
Per quanto riguarda il “bonus Sud”, il nuovo Governo sembrerebbe voler sfruttare i fondi ancora disponibili per finanziare ulteriormente tale misura; ciò anche sulla scorta delle richieste provenienti, negli ultimi giorni, dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.
Si tratta dell’“Incentivo Occupazione Sviluppo Sud”, disciplinato dal decreto Anpal del 19 aprile 2019, inizialmente introdotto per le assunzioni effettuate dal 1 maggio al 31 dicembre 2019 (mediante determinate tipologie contrattuali) da datori di lavoro privati.
Anche in tale ipotesi, la sede di lavoro per i neoassunti deve essere ubicata nelle Regioni “meno sviluppate” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) o nelle Regioni “in transizione” (Abruzzo, Molise e Sardegna).
In seguito alla conversione nella L. n. 58/2019 del Decreto Crescita (D.L. n. 34/209), che aveva previsto ulteriori stanziamenti per 200 milioni di Euro, l’Anpal aveva esteso, con decreto del 12 luglio 2019, il regime agevolativo anche per le assunzioni intervenute dal 1 gennaio al 30 aprile 2019.
Secondo le ultime stime, residuerebbero ancora 88 milioni di Euro (dai 200 milioni concessi per i primi quattro mesi dell’anno) che il Governo Conte bis intenderebbe reinvestire nel potenziamento di tale incentivo occupazionale; magari offrendo una copertura finanziaria alle istanze presentate nei mesi successivi.
Queste sembrano, dunque, le direttive che il nuovo Governo pare intenzionato a seguire per agevolare la crescita produttiva nelle Regioni “svantaggiate” del Mezzogiorno.
Si punta dunque, da un lato, sul versante del “capitale” (riconoscendo un credito di imposta per l’acquisto di nuovi beni strumentali); e, dall’altro, su quello della “forza lavoro” (incentivando le assunzioni di nuove risorse).
Ma non è tutto.
Ulteriori novità, infatti, dovrebbero provenire sul piano del rafforzamento patrimoniale delle imprese ubicate su tutto il territorio nazionale.
Pare che sul tavolo dei tecnici si stia vagliano la possibilità di reintrodurre il bonus fiscale per le imprese, cd. Ace (Aiuto alla Crescita Economica), introdotto nel 2011.
Tale misura era stata sostituita dalla cd. “mini Ires” nella precedente Legge di Bilancio; misura che, ad oggi, sembrerebbe dover cedere il passo al ritorno dell’Ace.
Ebbene, il potenziamento del pacchetto di misure “Industria 4.0” pare rappresentare una delle priorità del Governo Conte bis, anche in vista delle previsioni da introdurre nella nuova Legge di Bilancio.
Saranno i prossimi mesi a rivelare in che misura le intenzioni governative verranno tradotte in atti concreti e, soprattutto, in quali termini rappresenteranno un effettivo beneficio per la platea imprenditoriale interessata.
Avv. Giovanna BRATTI
Avv.Davide TORCELLO
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